A seguito del nostro articolo pubblicato nei giorni scorsi (che potete leggere QUI), riceviamo la replica dei Servizi Demografici di Cosenza chiamati in causa:
La Dirigente dei Servizi Demografici replica alla lettera della cittadina pubblcata da “Cosenza 2.0”
“Con riferimento alla lettera di una cittadina pubblicata ieri dalla testata on line “Cosenza 2.0”, la Dirigente dei Servizi Demografici del Comune di Cosenza precisa quanto segue:
“Da un’accurata ricognizione effettuata in ufficio, dopo aver ascoltato il personale in servizio, ho appurato che nessuno ricorda dell’arrivo, allo sportello dello stato civile del Comune, della cittadina la cui “disavventura” viene riportata dalla testata on line. In ogni caso, riguardo alla problematica sollevata e che la cittadina, nella lettera, non manca di condire anche con riferimenti ironici, è quanto mai opportuno precisare che l’indicazione della paternità e della maternità e, quindi, il rilascio di un certificato che le attestino, è disciplinata dalla legge n.1064 del 31 ottobre 1955.
Secondo le disposizioni contenute nella legge richiamata, è fondamentale che nella richiesta venga specificato il motivo che legittima il rilascio del certificato con l’indicazione di paternità e maternità. Ferma restando la premessa secondo la quale nessuno dei dipendenti dei nostri sportelli ricorda l’episodio riferito, potrebbe essersi verificato, ma è tutto da dimostrare, che nel consueto affollamento che si genera agli sportelli a causa del numero purtroppo esiguo di dipendenti rimasti in servizio dopo i numerosi pensionamenti di questi ultimi anni, la signora che ha scritto la lettera al giornale on line abbia chiesto informazioni e le sia stato risposto, in assenza della conoscenza del dato della morte del coniuge, che sarebbe stata necessaria la presenza dell’interessato.
Il dato sul quale vorrei che si soffermasse l’attenzione è che nella lettera il nostro personale viene anche deriso e sbeffeggiato ed additato, come suol dirsi, al pubblico ludibrio. Mi corre, pertanto, l’obbligo di ristabilire la verità e porre l’accento sulla serietà e professionalità dei pochissimi dipendenti rimasti, che ringrazio, insieme a coloro che sono andati in pensione e ai tirocinanti, per gli enormi sforzi profusi,in condizioni oggettivamente critiche, per cercare di assistere i cittadini che si rivolgono a noi e soddisfare ogni loro richiesta.
Trovo pertanto ingeneroso, nei loro confronti, dire di essere stata “sballottata da un ufficio all’altro”. Non è un modus operandi che si addice al nostro personale che ha sempre mostrato con tutti cortesia e disponibilità (peraltro, nel caso specifico, il nostro ufficio si compone di soli due sportelli). Ed è per questo che sarò ben lieta di ricevere negli orari d’ufficio la signora per risolvere una volta per tutte la sua problematica. Torni da noi, facendosi riconoscere, perché la lettera non era firmata, e sarà accolta a braccia aperte.“
A queste parole, replica ancora la nostra lettrice:
“Cara Dirigente dei Servizi Demografici, chi le ha detto che non sono venuta in ufficio a chiedere il certificato? Non si dimentichi che siamo a Cosenza e ci conosciamo tutti… Controlli pure le telecamere se vuole.
Non le dico nome e cognome degli operatori perché non sono una persona infame. Lei personalmente non mi conosce, ma non è da me accusare persone che si guadagnano il proprio pane. Lei probabilmente mi reputa una bugiarda, ma se vuole vengo (di nuovo) con le prove, e le dimostro il contrario.
Gli operatori dovrebbero confermare davanti a me, faccia a faccia, che io non sia stato da loro in sede a chiedere il certificato. Un cittadino non esce pazzo al mattino e decide di far uscire un articolo, così perchè non ha nulla da fare.
Mi creda, ho già tanti guai a cui pensare…
(Fornirò il mio contatto a Cosenza 2.0, che si è impegnato a farglielo recapitare. Se mi contatta spero che riusciamo a risolvere. Perchè, ahime, alla mia visita nei vostri uffici, non è stato così.)
Distinti Saluti“
Mollo Bettina